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🎾📡 Tennis Radar #12
12.07.25 | GRAZIE A TE
GRAZIE A TE
Oggi è doveroso partire con dei ringraziamenti.
Il mio racconto ha spaccato, tante nuove persone si sono iscritte e quindi se sei una di queste:
grazie, perché stai leggendo e hai deciso di darmi fiducia.
Se invece eri già iscritto da prima, grazie ugualmente perché ci hai sempre creduto.
Grazie a te.
Bisogna anche ringraziare due tennisti: Fabio e Tim.
Se per il primo basta il nome, per il secondo bisogna giocare a “Indovina chi?” perché è un tennista che solo i veri appassionati non hanno scordato.
13 partite su erba in carriera, 11 giocate nel solo 2022. Lo stesso numero, 11, sono le partite che avrebbe giocato nei 3 anni successivi.
Nel 2022 però fece qualcosa di magico: ATP250 di s’Hertogenbosch. Da numero 205 al mondo entra in main draw grazie ad una wildcard.
Batte Ebden, Fritz, Gaston e Auger-Aliassime giocando sempre almeno un tiebreak, in ogni partita.
Arriva in finale, dove lo attende Daniil Medvedev.
Un Medvedev lontano parente di quello del 2025, al tempo numero 2 al mondo (ma sarebbe tornato in vetta il giorno successivo, dopo la breve parentesi di febbraio dello stesso anno).
Ebbene, Tim lo batte 6-4 6-1 in un match senza storia.
Corona un sogno.
Si merita tutte le attenzioni e pure una Wildcard a Wimbledon, dove prosegue la sua cavalcata fermandosi, sul Center Court agli ottavi di finale, solo di fronte al futuro campione: Novak Djokovic.
Sto parlando di Tim van Rijthoven.
Qualche giorno fa ha annunciato il ritiro dal tennis, a soli 28 anni, a causa dei continui infortuni che ne hanno compromesso la carriera.
Lo ringraziamo perché in quel 2022 ci ha fatto sognare ed è la dimostrazione che i miracoli, a volte, accadono.
Grazie a te.
Ora tocca a Fabio.
Cambia i piani del finale programmato a Monte Carlo e mercoledì sconvolge tutti annunciando il ritiro a Wimbledon. La sua ultima partita sarà quindi il primo turno contro Carlos Alcaraz.
Una scelta saggia che rimane comunque ottima e, seppur in minima parte e in contesti totalmente differenti, ricorda il ritiro della sua compagna di vita Flavia Pennetta, annunciato dopo aver vinto lo Us Open nel 2015.
Fabio si ritira lasciandosi alle spalle, come ricordo personale e collettivo, una delle sue migliori partite giocate a 38 anni, arrendendosi dopo quattro ore e mezza, e solo al quinto set, ad Alcaraz, che domani giocherà la terza finale consecutiva a Church Road.
Fabio Fognini è stato divisivo, il classico talento che "se avesse avuto la testa” avrebbe vinto molto di più. Ma, se fosse stato diverso, non sarebbe stato il Fabio Fognini che abbiamo conosciuto, si sarebbe snaturato.
Nonostante ciò, ha comunque avuto una carriera di tutto rispetto: ha battuto tre dei big 4, ha compiuto imprese storiche, come la vittoria del Masters di Monte Carlo nel 2019, si è issato al numero 9 della classifica ATP — terzo italiano a riuscirci dopo Panatta e Barazzutti negli anni 70.
Prima di questa nuova generazione di talenti, Fabio è stato per anni la bandiera solitaria del tennis italiano.
E di questo gli va dato merito.
Grazie a te.

GRAZIE FABIO.
Ok, ci siamo commossi, ci è scesa la lacrimuccia, ma veniamo al punto. Chi è in finale a Wimbledon?
Nella finale femminile, che si giocherà oggi alle 17, ci sono arrivate Iga Swiatek e Amanda Anisimova.
La prima sembra essere tornata ai livelli che le competono, in modalità rullo compressore.
Ha sconfitto in semifinale Belinda Bencic 6-2 6-0 e, andando a ritroso, ha superato Samsonova, Tauson, Collins, McNally e Polina Kudermetova.
Tutte vittorie in due set, ad eccezione del secondo turno dove ha chiuso in rimonta.
Se Iga dovesse vincere, potrebbe rimettere in carreggiata una stagione che la vede ancora a 0 titoli.
Farlo a Wimbledon sarebbe ancora più significativo, dato che su questa superficie non ha mai vinto un torneo professionistico.
E farlo a 7 anni di distanza da quel Wimbledon Juniores del 2018 la inserirebbe nella lista delle giocatrici — poche — in grado di portarsi a casa il trofeo dello stesso slam sia in versione under18, sia in versione pro.

Iga Swiatek, Wimbledon Juniores 2018.
Dall’altra parte della rete ci sarà Amanda Anisimova, e pure la sua sarebbe una bella, anzi bellissima, storia da raccontare in caso di successo.
Putintseva, Zarazua, Galfi, Noskova, Pavlyuchenkova e Sabalenka sono i suoi scalpi in queste due settimane — a suon di rovesci indirizzati in ogni parte di campo.
La semifinale contro la tigre di Minsk, numero 1 al mondo, ha regalato un tennis di alto livello e ricco di pathos. E anche una gara a chi urlava più forte.
Ha vinto Amanda, forse anche nella gara appena citata, bisognerebbe domandare al gruntometro. Livelli di decibel esagerati pure per Monica Seles e Maria Sharapova.
Sabalenka ha toccato i 113db, statistica ufficiale di Wimbledon 😁
Divagazioni a parte, se Amanda dovesse vincere, sarebbe bello poter raccontare la sua storia che, nonostante gli attuali 23 anni, sembra quella di una veterana del circuito.
In estrema sintesi:
Semifinale al Roland Garros nel 2019, a soli 17 anni. È in rampa di lancio.
Poi, morte del padre (e coach) ad agosto dello stesso anno per arresto cardiaco.
Nel 2020 c’è il covid, nel 2021 molti infortuni non le permettono di giocare con costanza e ai livelli che ci si aspettava da lei.
Nel 2023, per preservare la sua salute mentale, si ritira dal tennis. Ad appena 21 anni.
Torna a giocare un anno dopo, e deve ripartire dalla 400esima posizione nel ranking.
Nel 2025 vince il suo primo 1000 a Doha e oggi giocherà la sua prima finale slam.
Indipendentemente dall’esito di oggi, da lunedì sarà in top 10.
Una storia di rinascita, che ci fa dire “non è mai troppo tardi” e che abbiamo in parte già trattato in un articolo condiviso nel Tennis Radar di un paio di settimane fa.
Sarà il primo scontro tra le due, nonostante siano coetanee (entrambe 2001).
Che vinca la migliore!
Domenica invece si giocherà la finale maschile. Sempre alle 17 e sarà visibile in chiaro su TV8.
Sarà nuovamente Sinner - Alcaraz.
Carlos, dopo quel primo turno contro Fognini, è arrivato in finale passeggiando.
Sì, ha perso qualche set qua e là, ma non ha mai dato l’impressione di perdere il controllo di una partita.
Ha superato Fognini, Tarvet, Struff, Rublev, Norrie e Fritz.
Per lui è la terza finale consecutiva a Wimbledon e farà di tutto per portarsi a casa il terzo trofeo dei Championships.
Ah, è la sua sesta finale slam, non ne ha ancora mai persa una.
Jannik invece aveva praticamente già preso i biglietti per tornare a casa, era con un piede — o un gomito — nella fossa.
Ottavi di finale, sotto 2 set a 0 contro uno dei migliori Dimitrov degli ultimi anni.
Anche Federer, che era nel Royal Box, iniziava a domandarsi come fosse possibile trovarsi in due luoghi nello stesso momento: in campo e sugli spalti.
2-2 del terzo set… STOC!
Grisha si strappa il pettorale e, in lacrime, è costretto al ritiro.
Le altre partite di Sinner sono state una routine, 0 set persi.
Quindi chissà, magari è il karma che vuole pareggiare i conti dopo quella finale al Roland Garros.
Sono già in trepidante attesa, speriamo che gli dei del tennis ci regalino un altro spettacolo degno di essere raccontato🙏
E adesso, ecco le pillole di notizie settimanali:
In finale juniores femminile a Wimbledon c’è Julieta Pareja, sia in singolare che in doppio. 16 anni e già sponsorizzata On. Le premesse sono buone.
Ha anche dato forfeit alla Hopman Cup, che si disputa a Bari dal 16 al 20 luglio. Al suo posto Lucia Bronzetti.
Dopo Gstaad, Berrettini si ritira anche da Kitzbuhel. In entrambi i tornei lo scorso anno aveva vinto il titolo.
Musetti, invece, si ritira da Los Cabos. Anche per lui le noie fisiche proseguono. Dovrebbe tornare in campo per il 500 di Washington.
Jack Sock, che ormai si è dato al pickleball, ha giocato (e perso) un doppio a Newport con un miliardario.
Hanno annunciato il Six Kings Slam 2025: Sinner, Alcaraz, Djokovic, Draper, Zverev e Fritz. Dal 15 al 18 ottobre. Tanti soldi in palio.
Kyrgios e Sabalenka vogliono organizzare una nuova “battaglia dei sessi” entro fine anno. Cinquant’anni dopo Billie Jean King e Bobby Riggs.
Hugh Grant è stato capace di addormentarsi durante il tiebreak tra Cobolli e Djokovic.

Buonanotte e sogni d’oro, Hugh.
📰🤓 LETTURE CONSIGLIATE
Due articoli diversi, uno più tecnico e l’altro più leggero. Meritano entrambi, prenditi del tempo e decidi da quale partire.

HOW TENNIS STARS GET THE RACKETS, STRINGS AND TENSIONS THEY NEED FOR WIMBLEDON SUCCESS
A Wimbledon c’è chi non tocca mai il campo ma decide comunque il risultato: sono i maghi delle racchette.
Runner che sfrecciano tra i campi per consegnare telai personalizzati, incordatori che lavorano a ritmi da Formula 1: oltre 6000 racchette in due settimane.
Questo pezzo entra nel cuore della sala incordature, dove ogni grammo conta e le ossessioni dei campioni diventano routine da laboratorio.
fonte: THE ATHLETIC

MÁS CÉSPED, PICNICS Y LIBERTAD ‘SIN CALCETINES’: UN PASEO POR LA QUALY DE WIMBLEDON
Racconto vivido delle qualificazioni a Roehampton, cinque km da Church Road, dove si gioca prima di Wimbledon.
Atmosfera rilassata tra picnic, cani senza guinzaglio e tifosi accanto ai campi, con storie di outsider e volontari.
Uno sguardo autentico e poco glamour sul torneo nel torneo. Un must per chi vuole conoscere Wimbledon a 360 gradi.
Magari l’anno prossimo la mia gita a Londra la farò qui.
fonte: CLAY TENIS
📺🍿 COSA VEDERE OGGI?
Sabato 12/07:
Finale Wimbledon WTA Anisimova - Swiatek ore 17:00
Domenica 13/07:
Finale Wimbledon ATP Sinner - Alcaraz ore 17:00
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Ci sentiamo sabato prossimo!
