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🎾📡 Tennis Radar #20
07.09.25 | ANCORA LORO, SEMPRE LORO
ANCORA LORO, SEMPRE LORO
Domenica mattina, ci siamo lasciati alle spalle la finale femminile tra Sabalenka e Anisimova. Ha vinto la tigre di Minsk confermando la difesa del titolo conquistato per la prima volta lo scorso anno. Capiterà lo stesso anche per la finale maschile?
Parleremo di questo — ed altro che è successo in settimana —nella puntata di Tennis Radar di oggi.
Smarchiamo subito la finale femminile: Aryna Sabalenka è riuscita a scrollarsi di dosso la possibilità di chiudere la stagione a 0 slam conquistati, il che sarebbe stato molto strano per una che dal 21 ottobre 2024, ovvero quasi un anno fa, è stabile alla prima posizione del ranking.
È vero, tutto quest’anno ha giocato spesso come ci si aspettava da una numero 1, ma è innegabile che le mancava un trofeo slam per non giudicare negativamente, almeno in parte, il suo 2025.
Finale persa in Australia e a Parigi, semifinale persa a Londra e all’ultima chance ha alzato il trofeo qui a New York.
Oltre ad essersi portata a casa un assegno da cinque milioni di dollari 🤑
Con la vittoria di ieri si porta dunque a quota 4 slam: 2 Australian Open e 2 Us Open, entrambi back to back difendendo il titolo (Australia 2023 e 2024, New York 2024 e 2025).
Per rendere ancora più iconico questo suo trofeo quella vittoria ha coinciso con la sua centesima vittoria slam in carriera.
La partita in sé è stata comunque gradevole, di buon livello e non di certo come quella che si è disputata a Wimbledon — e pure Amanda Anisimova, nonostante la sconfitta in entrambe, direbbe lo stesso.
Era proprio Anisimova che aveva sconfitto Sabalenka in semifinale a Wimbledon, e proprio da quella partita la bielorussa aveva tirato fuori tutto ciò che poteva esserle utile per questo rematch.
I proverbi ed i detti lasciano spesso il tempo che trovano, ma i veri campioni cercano di metterli in pratica.
“O vinci, o impari.”
Aryna a Wimbledon ha imparato, per poter vincere a New York.
Consapevole dell’aggressività di Anisimova in questa finale ha preferito reagire ai colpi avversari, invece di dettare lei il gioco.
Nel concreto questo approccio l’ha portata a mettere a segno solo 13 vincenti e commettere solo 15 gratuiti, i numeri più bassi di una sua partita in queste due settimane.
Stava con il baricentro basso, cercando di rimandare di là la palla sfruttando la velocità già impressa dall’americana e lasciando a quest’ultima l’obbligo di controllare e gestire quelle sue stesse bordate.
Così facendo ha lasciato i rischi maggiori all’americana che ha chiuso con 22 vincenti e ben 29 gratuiti.
Questo saldo negativo è quello che ha permesso a Sabalenka di uscirne vincitrice in 2 set per 6-3 7-6.

Aryna Sabalenka ed uno sguardo al trofeo che vale più di mille parole.
Alle 20 di oggi invece si giocherà la finale maschile: l’ennesimo SINCARAZ, l’ennesima finale tra il numero 1 ed il numero 2 del mondo, l’ennesimo scontro tra i due dominatori del tennis moderno.
Sarà presente anche Donald Trump — e la USTA (United States Tennis Association, la FITP americana) ha già chiesto ai broadcaster di censurare eventuali proteste o boo da parte degli spettatori durante l’incontro. Si preannuncia una finale rumorosa, sia dentro che fuori dallo stadio.
Parlando dei due protagonisti:
Sinner arriva con un piccolo punto di domanda a questa finale, con quell’accenno di problemi addominali riscontrato contro Auger-Aliassime in semifinale.
Magari la stampa italiana sta ingigantendo il problema, ma anche memori di quanto successo a Cincinnati la preoccupazione è innegabile che ci sia: non tanto per il tifo, ma più che altro perché quando si scontrano questi la speranza è sempre per il bel tennis ed una non finale come quella di qualche settimana fa non piace a nessuno.
Alcaraz invece sembra essere in grande spolvero: 0 set persi nel percorso che lo ha portato alla finale, ma anche solo 2 turni di servizio persi su 84. Numeri senza senso!
Chi vincerà?
Non lo so — e ribadisco, nemmeno ho una preferenza — mi aspetto solo una bella partita.
Spero più duratura della finale di Cincinnati ma meno lunga di quella del Roland Garros, domani si lavora non posso far troppo tardi 😅
Prima di passare alle pillole di notizie settimanali vorrei spendere due parole per l’attuale numero 3 della Race to Turin: Novak Djokovic.
E strano pensare che Nole, a 38 anni, sia sempre e comunque lì, che una stagione dove è arrivato in semifinale in ogni slam rischi di essere considerata non convincente.
Ok, è sempre più evidente che non possa più competere contro Jannik e Carlos, ma comunque tutti gli altri continua a batterli.
Senza l’italiano e lo spagnolo, la classifica sarebbe dominata ancora da lui, e magari avrebbe già raggiunto e superato i tanto agognati 25 slam.
Se si ritirasse a fine anno sarebbe una bella mossa. O magari prosegue anche l’anno prossimo facendo solo gli slam e qualche altro torneo, massimo una decina in totale.
Lo sa anche lui che l’unica chance che gli rimane per alzare ancora un trofeo importante è che i due giovani abbiano problemi fisici.
Il tempo ci dirà cosa succederà, ma la mia unica speranza è che non aspetti troppo a ritirarsi e non faccia la fine di Rafa: gli ultimi mesi del maiorchino nel circuito erano uno strazio per un appassionato della mia generazione cresciuto con i suoi successi — e quelli di Roger — e per cui Nole rappresenta l'ultimo filo che mi lega a quell'età dell'oro del tennis: la sua eventuale uscita di scena segnerà non solo la fine dei Big 3, ma anche il mio definitivo passaggio dall'essere un ragazzo che sognava guardando i suoi idoli a un adulto che li ricorderà con nostalgia🥹
Chiudo questa prima parte della newsletter facendoti notare che è tornata la sezione delle letture consigliate, la trovi un poco più sotto.
Ho linkato l’omaggio a Caroline Garcia che avevo fatto uscire martedì — nel caso te lo fossi perso — ed un’interessante intervista a Georgios Frangulis, il findanzato di Aryna Sabalenka che tutti noi abbiamo visto molto spesso nell’ultimo anno ma di cui si è sempre saputo poco. È tempo di rimediare.
Ma prima, pillole di notizie settimanali:
Ma ha già trovato i sostituti: Thomas Johansson e Rohan Goetzke.
Il colpo dello Us Open appartiene — per ora — ad Alcaraz, eccolo qui.
Il Six Kings Slam, l’esibizione milionaria saudita, sarà trasmessa in esclusiva live su Netflix.
Andy Murray debuttera in un torneo di golf. Eterno Sir Andy.
Björn Borg ha un cancro alla prostata, e lo rivelerà — ma a quanto pare già si sa — nella sua biografia “Battiti” in uscita il 18 settembre.
A gennaio 2026 a Hong Kong ci sarà una nuova “Battaglia dei Sessi” tra Nick Kyrgios e Aryna Sabalenka.
📰🤓 LETTURE CONSIGLIATE

MERCI BEAUCOUP, MISS GARCIA
Caroline Garcia ha detto “stop”.
E l’ha fatto a modo suo: con il coraggio di chi resta fedele al proprio stile, anche quando il mondo spinge nella direzione opposta.
In un tennis sempre più uniforme, lei ha scelto di attaccare, di prendersi rischi, di vivere ogni punto con libertà.
E anche nel momento dell’addio, ha mantenuto la stessa autenticità: elegante, netta, inevitabile.
fonte: TENNIS RADAR

ENTREVISTA CON GEORGIOS FRANGULIS SOBRE EL AMOR, LA PRESIÓN Y LO QUE HA APRENDIDO DE DJOKOVIC
Georgios Frangulis, compagno di Aryna Sabalenka e brillante imprenditore, si sveste per un attimo dal business per raccontarci l’ansia feroce del palco, la forza mentale che ammira in Novak Djokovic e la tensione affettuosa che vive più forte quando il suo ruolo è più vicino che mai in campo — e tutto questo in un’intervista senza filtri.
Se vuoi capire cosa succede davvero dietro le quinte, l’articolo merita il tuo click.
fonte: CLAY TENIS
📺🍿 COSA VEDERE OGGI?
Domenica 07/09:
Sinner - Alcaraz ore 20:00
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Ci sentiamo sabato prossimo!

